Fino ad ora il nostro pianeta può contare su 1073 siti inseriti tra il Patrimonio dell’Umanità Unesco. Tutti bellissimi, che arricchiscono questo mondo e tutti da scoprire. Vi abbiamo parlato dei 10 siti imperdibili, che con i loro fascino vi avrebbero conquistato. Oggi, invece, vogliamo parlarvi di 10 siti Unesco poco conosciuti. Siti altrettanto belli, ma meno noti al pubblico.
Surtsey, Islanda

Flickr. ph. Sísí
Sembrerà assurdo, ma quest’isola ha solo 54 anni! L’eruzione vulcanica che la formò iniziò a 130 metri sotto il livello del mare e raggiunse la superficie il 14 novembre 1963. L’eruzione probabilmente iniziò alcuni giorni prima e durò fino al 5 giugno 1967, quando l’isola raggiunse la sua massima estensione pari a 2,7 km². Da allora il vento e le onde hanno eroso la sua superficie facendola diminuire costantemente: nel 2005 essa misurava 1,4 km². L’isola sicuramente diventerà ancora più piccola, ma molto probabilmente continuerà ad esistere per secoli prima di scomparire completamente. Insomma, un patrimonio dalla storia davvero singolare tutto da scoprire. Prima che sia troppo tardi!
Parco Nazionale di Pirin, Bulgaria

Flickr, ph. svetlinnikolaev
Questo parco nazionale che comprende la maggior parte della catena montuosa del Pirin, nella Bulgaria sud-occidentale. Il parco ha un ambienta naturale tutto da scoprire, con laghi, cascate, grotte e foreste di pini. Inoltre, qui vivono specie di animali molto rare. Nel 1983 il parco venne inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, ma solo nel 1998 venne proclamato parco nazionale. Si estende su di un’area di circa 274 chilometri quadrati. Per chi conosce i panorami alpini italiani, questo parco non risulterà particolarmente elettrizzante. Sarà per questo che è poco conosciuto?
Penisola di Neringa

Flickr, ph. Leo Hernán
La penisola di Neringa è una sottile striscia di terra che si stende per 98 km e separa la laguna dei Curi dal Mar Baltico. Politicamente è divisa a metà tra la Lituania e la Russia. Dal punto di vista geografico, la penisola di Neringa è più propriamente un lido, ossia una formazione tipica dell’ambiente lagunare. La penisola è costituita esclusivamente da sabbia e qui possiamo trovare enormi dune mobili alte fino a 60 metri. Queste dune, nei secoli passati, hanno letteralmente inghiottito interi paesi. La grande duna di Nida in Lituania è una delle maggiori d’Europa e viene anche chiamata il “Sahara della Prussia Orientale”. Per la sua rara bellezza paesaggistica, l’UNESCO ha iscritto la penisola nel 2000 tra i Patrimoni dell’Umanità. L’ecosistema delle dune, però, è minacciato, dalla parte russa, dall’urbanizzazione selvaggia e dal disboscamento. Da scoprire e visitare prima che la mano dell’uomo la deturpi.
Regione dei Laghi Willandra, Australia

Flickr, ph. Gary Hayes
Perché scoprire questo sito? Basta vedere la foto! Dal 1981 è riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità, anche se sono in pochi a conoscere questa bellezza. Si estende per 2.400 chilometri quadrati e si trova nel Nuovo Galles del Sud sud-occidentale, in Australia. Questa regione è importante sia dal punto di vista naturale che culturale e include eccezionali esempi di civilizzazione umana, come il più antico luogo di cremazione del mondo. Nella Regione si sono inoltre trovati fossili di marsupiali giganti risalenti fino al pleistocene. Questo territorio è diventato centrale per lo studio dell’evoluzione umana nel territorio australiano.
Bergpark Wilhelmshöhe, Germania

Flickr, ph. Simon Zicholl
Alzi la mano chi lo conosceva! Credo che saranno in pochi ad alzarla. Questo suggestivo parco, situato nel cuore della Germania, è la meta perfetta da scoprire ed esplorare magari in un weekend dedicato alla natura. La superficie del parco è di 2,4 chilometri quadrati e la sua costruzione iniziò nel 1696 e necessitò di circa 150 anni. Il parco collinare costruito tra il 1696 e il 1806, è la più grande area verde in collina d’Europa. È noto soprattutto per il monumento ad Ercole e le cascate in pietra create dall’architetto italiano Giovanni Francesco Guerniero.
Baia di Ha Long, Vietnam

Flickr. ph. NGUYỄN HÒA
Dal 1994 questa meraviglia vietnamita è un sito Unesco. La baia di Ha Long è un’insenatura situata nel golfo del Tonchino e comprende circa 2000 isolette calcaree con numerose grotte carsiche. In lingua vietnamita il termine “Hạ Long” significa “dove il drago scende in mare”. Come mai questo nome? Una leggenda locale racconta che molti anni fa i vietnamiti stavano combattendo gli invasori cinesi. Per aiutarli contro gli invasori gli dei mandarono una famiglia di dragoni. Questi dragoni iniziarono a sputare gioielli che si trasformarono nelle isole e isolotti che punteggiano la baia, unendoli poi per formare una muraglia contro gli invasori. Le persone salvarono la propria terra e la trasformarono in quello che poi sarebbe diventato il Vietnam.
Parco nazionale di Huascaran, Perù

Flickr, ph. Llorenç Montori
Il parco comprende la quasi totalità della Cordillera Blanca, una porzione della Ande centrali nella quale figurano numerose vette sopra i 6.000 metri. Tra queste vette compare lo stesso monte Huascarán, che dà il suo nome al parco. Con i suoi 6.768 metri è la montagna più alta del pianeta all’interno della zona tropicale. Il parco è stato istituito nel 1975, mente nel 1985 è stato inserito dall’UNESCO nell’elenco dei patrimoni dell’umanità. Il parco ha una superficie di 340.000 ha e si estende per 158 km di lunghezza da sud a nord. Al suo interno si trovano 663 ghiacciai, più di 200 montagne, 296 laghi e 44 fiumi di una certa rilevanza. Avete bisogno di altre ragioni per scoprire questa bellezza?
Anfiteatro di El Jem, Tunisia

Flickr, ph. Graham Currey
No, non siamo in Italia. Ci troviamo in Tunisia, di fronte al più grande anfiteatro d’Africa! Spesso viene chiamato erroneamente colosseo poiché era in grado di ospitare 35 000 spettatori seduti. Solo il Colosseo di Roma, con più di 50 000 posti a sedere, ed il teatro di Capua erano più capienti. Fino al diciassettesimo secolo rimase più o meno intatto. A partire da quel momento le sue pietre vennero usate per la costruzione del villaggio limitrofo di El Jem e della Grande Moschea di Qayrawan e, in un periodo di tensione durante il conflitto con gli Ottomani, i Turchi usarono i cannoni per stanare i ribelli nascosti al suo interno. Le rovine vennero dichiarate patrimonio dell’umanità nel 1979.
Isola di Goree, Senegal

Flickr, ph. Valeria Gentile
Quest’isola, situata ad appena 3 km da Dakar, la capitale del Senegal, è lunga circa un km ed è stata nominata patrimonio dell’Umanità nel 1978. Ospita «la Maison des Esclaves», la casa degli schiavi, dalla quale sono passati milioni di africani prima di approdare nelle Americhe. Un museo, realizzato all’interno della struttura, racconta nei dettagli il tragitto degli schiavi e le sofferenze patite da questi ultimi per quattro lunghi secoli. Un luogo ricco di significato, tutto da scoprire per fare i conti con una pagina di storia davvero molto triste.