Il Parco Nazionale più antico in Italia, infatti fu istituito nel 1922. Si trova a cavallo tra le regioni della Valle d’Aosta e il Piemonte e confina, dal lato francese, con il Parco nazionale della Vanoise. Si estende per 70.000 ettari e abbraccia un vasto territorio di alte montagne, fra gli 800 metri dei fondovalle e i 4.061 metri della vetta del Gran Paradiso.
La storia
![EarthPorn/Driving through Gran Paradiso National Park, Italy [OC] [3407x2473]](https://farm5.staticflickr.com/4236/35804731125_4c59c4e0d6.jpg)
Flickr, ph. Alison Huskey
Nel 1856, dopo anni di contrattazioni con i valligiani e i comuni della valle, nasce la Riserva Reale di Caccia del Gran Paradiso. Il suo territorio era più ampio di quello attuale. Comprendeva, infatti, comuni valdostani successivamente non inclusi nell’attuale Parco Nazionale. La presenza della Riserva Reale di Caccia portò ad uno sviluppo, economico e non solo, dell’intera area. Questo territorio fu teatro di cacce reali della famiglia Savoia fino al 1913. Nel 1919, Vittorio Emanuele III cambiò idea e decise di cedere allo Stato i territori del Gran Paradiso di sua proprietà con i relativi diritti. Il re, però, indicò una condizione: l’istituzione di un parco nazionale per la protezione della flora e della fauna alpina.
Così, il 3 dicembre 1922, a pochi giorni dalla nascita del governo Mussolini, nasce l’attuale Parco Nazionale del Gran Paradiso. Negli anni duemila il Parco nazionale è riconosciuto anche come sito di interesse comunitario e fa parte dell’Important Bird Area “Gran Paradiso”. Nel 2006 è stato insignito del Diploma europeo delle aree protette. Nel 2014 il Gran Paradiso è entrato a far parte della Green List mondiale delle aree protette.
L’area protetta
Il Parco protegge un’area caratterizzata da un ambiente di tipo prevalentemente alpino. Nei boschi dei fondovalle gli alberi più frequenti sono i larici, misti agli abeti rossi, pini cembri e più raramente all’abete bianco. A mano a mano che si sale lungo i versanti gli alberi lasciano lo spazio ai vasti pascoli alpini, ricchi di fiori nella tarda primavera. Salendo ancora e fino ai 4061 metri del Gran Paradiso sono le rocce e i ghiacciai che caratterizzano il paesaggio.
La fauna del Parco ha il suo emblema, come abbiamo detto, nello stambecco, simbolo del Parco e ormai diffuso in moltissimi esemplari. Tra i mammiferi ricordiamo che è possibile incontrare nel corso delle passeggiate camosci, marmotte, lepri, volpi, tassi, ermellini, donnole, martore, faine. È frequente imbattersi anche in rapaci come l’aquila, il gipeto, la poiana, il gheppio, lo sparviero, l’astore, il gufo reale, l’allocco. Presenti sono anche uccelli come pernice bianca, gallo forcello, coturnice, picchio verde, picchio rosso maggiore e molti altri ancora. Molte sono le varietà di rettili, insetti e anfibi, come le vipere, la farfalla Parnassius, i tritoni e le salamandre.
Punti di interesse turistico
Gran Piano di Noasca: il Gran Piano e le aree circostanti sono la meta ideale per chi desidera osservare branchi di camosci e stambecchi al pascolo. Una splendida traversata consente di raggiunge il Gran Piano partendo poco sotto il Colle del Nivolet.
Piano del Nivolet: è uno dei più interessanti altopiani delle Alpi, sviluppandosi per oltre sei chilometri a 2.500 metri di altitudine. La zona è ricchissima di acqua. Oltre ai numerosi laghetti, incastonati tra le rocce, la verde distesa di pascoli è percorsa dalla Dora di Nivolet. Numerosissime le marmotte.
Orvieille – Lago Djouan: un’antica strada che il re Vittorio Emanuele II percorreva in carrozza. Sale nel bosco di abeti rossi e larici fino alla più famosa casa di caccia, quella di Orvieille. Il piano dove sorgeva la casa, vicino a quella oggi sede dei guardaparco, e il bellissimo Lago Djouan, più sopra, costituiscono degli splendidi belvedere naturali sui ghiacciai e le vette del gruppo del Gran Paradiso.
Rifugio Vittorio Sella e Casolari dell’Herbetet: è la più frequentata del Parco Nazionale Gran Paradiso. Verso sera o al mattino presto, nei pressi del vicino Lago del Lauson, non è difficile avvicinare gli stambecchi. Da non perdere la bella traversata ai casolari dell’Herbetet con magnifici scorci sui ghiacciai della testata della valle. Il sentiero, piuttosto esposto e attrezzato con alcune corde fisse d’acciaio, richiede una certa prudenza.
All’interno del Parco Nazionale Gran Paradiso, come in ogni altra area protetta, è opportuno mantenere un comportamento corretto. È consigliato limitare l’uso di apparecchi elettronici (come radio o cellulari) e di tutto ciò che può arrecare disturbo alla natura.
Per ulteriori informazioni, vi invitiamo a visitare la pagina www.pngp.it. Per avere informazioni su tutti i parchi nazionali in Italia, cliccate QUI.