Istituito nel 1999, il Parco Nazionale delle Cinque Terre è il parco più piccolo d’Italia. Infatti, con i suoi quasi 4.000 ettari si estende nei comuni di La Spezia, Levanto, Monterosso al Mare, Riomaggiore e Vernazza. Il parco si può suddividere in tre parti: la zona costiera, il vero e proprio parco nazionale, e la zona marina.


L’area protetta

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Il Parco Nazionale delle Cinque Terre è un’oasi naturalistica che nel tempo ha preservato intatte le caratteristiche di una natura incontaminata. Il paesaggio, formato da rocce di origine ed età diverse, è contrassegnato da una particolare acclività e dalla mancanza di tratti pianeggianti. La costa, alta e frastagliata, è lineare, scavata dal mare in amene e suggestive grotte. Le poche spiagge sono sabbiose e ciottolose. Tutto qui è il risultato di apporti detritici dei corsi d’acqua, di frane o di accumuli di materiali lasciati dall’uomo.

L’ambiente antropico

Il parco nazionale delle Cinque Terre è l’unico parco in Italia finalizzato alla tutela di un ambiente antropizzato. Da circa mille anni l’uomo ha vissuto su queste aspre montagne a picco sul mare sviluppando aree coltivate. Le attività dell’uomo hanno contribuito a creare un paesaggio unico al mondo. Un paesaggio che rappresenta l’espressione di una cultura profondamente legata alla terra d’appartenenza, l’espressione della capacità umana di piegare le avversità dell’ambiente naturale ai propri bisogni di vita. Il lavoro continuo ed assiduo di molte generazioni ha sostituito il manto boschivo originario che copriva i fianchi scoscesi dei monti con la coltivazione della vite in terrazzamenti. Queste modifiche sono state rese possibili dalla frantumazione della roccia, dalla realizzazione di muri a secco e dalla creazione dell’humus coltivabile.

Tutto è stato costruito con sapienza e accortezza. Una vera e propria garanzia contro crolli o usura. Quest’opera titanica, inoltre, non è stata eseguita per il capriccio di capi o sovrani. È, invece, il risultato della scelta di più generazioni di rendere produttiva una zona incoltivabile. Inoltre, non è stato necessario alcun capitale. Tutto è stato trovato in loco ed i vitigni si sono moltiplicati con il metodo della propaggine. Così, il contadino delle Cinque Terre è stato produttore per secoli di un pregiato vino. Non solo. È stato anche il garante di stabilità idrogeologica e di un paesaggio che oggi è stato riconosciuto patrimonio mondiale dell’umanità.


Cosa vedere

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Ognuno dei borghi delle Cinque Terre merita un’approfondita visita per il patrimonio storico, artistico e naturale che offre. Una delle particolarità della zona è che su ogni borgo delle Cinque Terre veglia un Santuario mariano. Ognuno di essi custodisce le radici profonde della spiritualità e delle cultura di questo territorio. Sono una tappa irrinunciabile se desiderate avvicinarvi all’identità più autentica di questo tratto dell’estremo Levante Ligure. Anche se sono tutti raggiungibili attraverso strade carrozzabili (ad eccezione di quello di Riomaggiore, Nostra Signora di Montenero), vi consigliamo di raggiungerli a piedi. Così potrete godere a pieno delle bellezze naturalistiche e dei panorami che offrono. I percorsi fanno parte della rete sentieristica delle Cinque Terre. Infatti, sono tutti indicati con i segnavia bianco-rosso, simboli della segnaletica del CAI.

Per quanto riguarda il trekking, la morfologia del territorio rende i percorsi simili a quelli di montagna. Infatti, devono essere percorsi con abbigliamento e calzature idonee. Sono in gran parte privi di protezione, con dislivelli anche notevoli da superare e punti esposti. Il fondo è generalmente variabile in rapporto alle condizioni atmosferiche e può essere a volte accidentato. Per questo, avventuratevi solo in condizioni meteo e climatiche buone, con calzature adatte e da parte di persone dotate di buona pratica escursionistica.


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