La Norvegia scalza la Danimarca e si classifica prima nella lista dei paesi più felici del mondo stilata dalle Nazioni Unite. L’Italia è solo 48esima. A stabilirlo è il rapporto ‘World Happiness Report 2017‘, pubblicato dalla Sustainable Development Solutions Network (Sdsn), un’iniziativa globale lanciata dalle Nazioni Unite nel 2012.


La classifica


La Norvegia è al primo posto nella classifica della felicità. Sul gradino più alto del podio per qualità della vita e benessere dei cittadini, Oslo spodesta la Danimarca, in una gara tutta nordeuropea. Infatti, nel rapporto curato dalle Nazioni Unite, la nazione scandinava ha scalato tre posizioni rispetto allo scorso anno, spodestando la Danimarca. Risultato non da poco, dato che la Danimarca era risultata prima in tre degli ultimi quattro anni. A completare il resto della top ten dei paesi più felici del mondo figurano, nell’ordine, la stessa Danimarca, e quindi Islanda, Svizzera, Finlandia, Paesi Bassi, Canada, Nuova Zelanda, Australia e Svezia.

L’Italia, invece, arriva solo al 48esimo posto nella classifica, subito sotto all’Uzbekistan e appena prima della Russia. Se i Paesi del Nord Europa sono, in genere, i Paesi più felici del mondo, quali sono quelli in cui si vive peggio? In fondo alla classifica troviamo, insieme alla Siria e Yemen, i Paesi dell’Africa sub-sahariana.

Le classifiche si basano su sei fattori: il prodotto interno lordo pro capite, la speranza di vita, la libertà, la ‘generosità’, il sostegno sociale e l’assenza di corruzione nel governo o per affari. La speranza del direttore di Sdsn Sachs è che più governi decidano d’ora in avanti di seguire l’esempio degli Emirati Arabi Uniti. Infatti, hanno nominato un ministro della Felicità. “Spero che i governi decidano di misurare, analizzare e discutere” il tema della felicità dei cittadini, “per capire quando si muovono nella direzione sbagliata”.


Perché la Norvegia è il Paese più felice del mondo?


“I paesi felici sono quelli che hanno un sano equilibrio tra prosperità, come convenzionalmente misurata, e il capitale sociale, il che significa un alto grado di fiducia nella società, bassa disuguaglianza e fiducia nel governo,” spiega Jeffrey Sachs, direttore del Sdsn e consigliere speciale del segretario generale Onu. “Il Rapporto Mondiale sulla Felicità – ha spiegato Jeffrey Sachs, direttore del Sustainable Development Solutions Network – continua ad attirare l’attenzione mondiale sulla necessità di creare una saggia politica per ciò che conta di più per le persone: il loro benessere. Come dimostrato da molti paesi, questo rapporto prova che la felicità è il risultato della creazione di solide fondamenta sociali. È il momento di costruire fiducia e una vita sana, non pistole o muri. Responsabilizziamo i nostri leader in questo senso”.

Quindi non è assolutamente un caso che la Norvegia sia sul gradino più alto del podio. John Helliwell, docente dell’università della British Columbia, ha spiegato che ciò dipende dalla decisione “di produrre petrolio responsabilmente e investendo i profitti a beneficio delle generazioni future”. Secondo il docente, “questa enfasi sul futuro anziché sul presente è facilitata da elevati livelli di fiducia reciproca, obiettivi condivisi, generosità e buona gestione. Tutti elementi che si ritrovano in Norvegia, così come negli altri paesi in cima alla classifica”.

Per l’ONU, perseguire la felicità non è un aspetto in secondo piano. Già nel 2012, l’allora segretario generale delle Nazioni Unite aveva spiegato che il mondo ha bisogno di un nuovo paradigma economico. Un paradigma che riconosca “il benessere sociale, economico e ambientale come beni indissociabili. Capaci, insieme, di definire il concetto di ‘Felicità lorda mondiale’”. Quello che ci auguriamo anche noi.

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