Noi lo sappiamo bene: il turismo è un’arma a doppio taglio. È in grado di salvare o distruggere la natura, in base al modo in cui viene gestito. La scuola cosa può fare? Cosa può insegnare ai nostri ragazzi?
La scuola e il viaggio
Potrà sembrare una banalità, ma non c’è miglior modo di imparare che viaggiare. Ne abbiamo già parlato: viaggiare ha innumerevoli vantaggi. Il viaggiatore è, in genere, più creativo e produttivo. La qualità della sua vita e delle sue relazioni è nettamente migliore. Ha più fiducia negli altri, in se stesso e nelle proprie risorse. Se la sa cavare nella circostanze più disparate, ha meno pregiudizi e ha una migliore predisposizione per le lingue straniere. Insomma, chi non vorrebbe tutto ciò per il proprio figlio?
Il ruolo della scuola, com’è ovvio che sia, è fondamentale per far avvicinare i bambini al viaggio. Soprattutto a quello ecosostenibile. Il turismo di massa può essere devastante per i luoghi e le comunità che lo ospitano. Le conseguenze sulle culture e gli ambienti locali possono essere gravi. Negli ultimi anni la sensibilità nei confronti di questo tema è cresciuta esponenzialmente. Non è un caso che proprio il 2017 sia stato dichiarato dall’ONU l‘anno del turismo sostenibile.
Ma cos’è esattamente il turismo sostenibile? Si tratta di un turismo responsabile, attento all’ambiente e alle popolazioni che lo vivono. Sono proprio questi elementi ad essere i protagonisti di questo turismo. In sostanza, il turismo passa da essere intensivo e spesso dannoso ad essere un vantaggio per le piccole economie locali. Il turista responsabile, quindi, non solo rispetta e tutela la natura, ma rappresenta una spinta economica da non sottovalutare, soprattutto per le realtà più fragili e deboli.
Le gite scolastiche
Se pensiamo alla scuola e al viaggio, il primo pensiero va ovviamente alla gita scolastica. Ognuno di noi ha un ricordo o un aneddoto della propria fanciullezza legato ad una gita scolastica. È indubbio che la gita scolastica rappresenti un momento importante e di formazione nella vita di qualunque ragazzo. Le gite non sono formative solo dal punto di vista educativo e culturale, ma anche dal punto di vista relazionale. Si consolidano i rapporti tra compagni di classe e tra coetanei e, da non sottovalutare, dà anche un’opportunità ai ragazzi di vedere i propri insegnanti sotto una luce diversa. Come capita sempre con i viaggi, anche quando torni da una gita di scuola sei una persona diversa da quella che è partita.
Per questo, non è banale pensare alla gita come un momento in cui i ragazzi, sempre più attaccati ai videogiochi e agli smartphone, possono entrare in contatto con la natura o con realtà completamente nuove. E allora perché non proporre un’attività che porti gli studenti fuori dal loro guscio, all’aria aperta, con momenti di svago e d’istruzione nella natura? Un’idea potrebbe essere quella della fattoria didattica, specie per i più piccoli. Le ragioni per sceglierla sono tante.
La fattoria didattica è in grado di dare stimoli didattici, sensoriali ed emotivi, oltre a rappresentare un momento di incontro di una realtà spesso sconosciuta ai ragazzi di scuola. Una combinazione perfetta di divertimento, cosa importantissima, e di formazione, che avviene in forme nuove e inaspettate. Ad esempio, affidando loro dei compiti pratici. Tutto ciò è un buon modo per responsabilizzarsi, ma anche per riempirli di orgoglio nel vedere i risultati tangibili del loro lavoro.
La scuola, come le famiglie, non dovrebbe mai dimenticare l’importanza formativa anche di queste piccole cose. Una scuola attenta per formare i viaggiatori del futuro.