Il 31 maggio di ogni anno si celebra la Giornata mondiale senza tabacco. Si tratta di una ricorrenza per incoraggiare le persone ad astenersi per almeno 24 ore dal consumo di tabacco, invitandole a smettere di fumare in via definitiva.

La giornata è stata indetta per la prima volta dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità il 7 aprile 1988. Da allora è stata accolta con crescente interesse da parte dell’opinione pubblica.


Tutti i numeri del tabacco


I numeri del consumo del tabacco a livello mondiale sono allarmanti. Secondo l’ultimo report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 21% della popolazione mondiale adulta è rappresentato da fumatori: l’80% di questi risiede nei Paesi a basso o medio reddito. Tuttavia, la prevalenza maggiore si registra nei Paesi ad alto reddito, con una media di fumatori che raggiunge complessivamente il 25% della popolazione adulta.

L’adolescenza è ancora il momento della vita più critico. Infatti, beh il 70% dei fumatori inizia prima dei 18 anni, il 94% prima dei 25. In Italia, i fumatori sono 11,7 milioni e rappresentano il 22,3% della popolazione. Gli ex fumatori sono invece il 12,6% e i non fumatori il 65,1%. Nel nostro Paese, il consumo di tabacco non ha disparità di genere. Infatti, mentre il tabagismo negli uomini è in diminuzione, le donne italiane fumatrici, invece, continuano ad aumentare. I numeri parlano chiaro: oggi gli uomini che fumano sono 6 milioni rispetto ai 6,9 milioni del 2016. Allo stesso tempo, però, aumentano le donne che da 4,6 milioni del 2016 salgono a 5,7 milioni. Si tratta della differenza minima mai riscontrata tra percentuale di fumatori (23,9%) e percentuale di fumatrici (20,8%). Una parità di genere che nessuno avrebbe mai voluto vedere.


Perché smettere di fumare


La ragione è semplice: il fumo uccide una persona ogni sei secondi, per un totale di oltre 80 mila decessi l’anno. Nel 25% dei casi si tratta di persone tra i 35 e i 65 anni di età. Dati forti che, però, no ottengono abbastanza attenzione. Basti pensare a quanta copertura mediatica viene data ai decessi per incidente stradale, circa 3500 l’anno, o ai casi di meningite che ha causato 629 morti totali nel triennio 2013-2016.

Spesso sono le donne a pagarne di più le conseguenze. Come mai? Sono tantissime le donne che iniziano a fumare precocemente ed il fumo provoca danni cumulativi nel tempo. E, infatti, i casi di malattie fumo-correlate sono sempre più frequenti proprio nelle donne. Sarebbe necessario indirizzare le prossime campagne di sensibilizzazione proprio alle donne giovani per invertire questa tendenza, Inoltre, la scienza non è ancora in grado di dirci se l’assetto ormonale delle donne le rende ancora più vulnerabili alle patologie da fumo.

I costi

Anche dal punto di vista economico, il tabacco è un grosso danno. Infatti, si calcola che un fumatore italiano in media consuma 5000 sigarette l’anno, pari a 250 pacchetti. Calcolando un costo medio di 5 euro a pacchetto, in un anno spende in media 1.250 euro. Adesso moltiplicate questa spesa per  trent’anni di tabagismo. Arriverete a 37.500 euro, il valore di un’auto di lusso, di venti vacanze ai Caraibi o di una prestigiosa multiproprietà. Volete arricchirvi? Smettete di fumare. In appena un anno, vi regalerete l’equivalente di un aumento dello stipendio.

Il tabacco non grava solo sulle tasche dei fumatori. Grava anche sulle casse dello Stato. I costi del tabagismo per lo Stato sono altissimi. Infatti, sono circa 6,5 miliardi di euro i soldi spesi per curare le malattie che derivano da questa dipendenza, senza considerare i danni sociali e il carico di sofferenza umana. Eppure far smettere di fumare le persone sarebbe un ottimo investimento per la sanità pubblica. Investendo sulla prevenzione, non otterremo solo un risparmio a lungo termine, ma anche un incalcolabile guadagno di salute. Infatti, la ‘smoking cessation’ restituisce dai 3 ai 9 anni di vita, se effettuata prima dei 50 anni.


Come smettere di fumare


Tutti conosciamo un fumatore che vorrebbe smettere, che ha provato a smettere, ma non riesce. Cercare di smettere di fumare senza il giusto sostegno, aiuto e strategia ha un alto rischio di ricaduta, pari al 97%. Il tabacco genere una addiction, una dipendenza comportamentale vera e propria. Per questo per liberarsi da questa dipendenza serve un approccio integrato, medico, psichiatrico e motivazionale. E spesso il fumatore è solo.

Di rado i medici di base riescono ad essere di vero aiuto. Stando all’indagine dell’associazione di pazienti francesi, nel 68% dei casi i medici di fronte alla diagnosi di malattie respiratorie hanno suggerito di smettere di fumare ma senza proporre strategie o indirizzare il paziente. Il 78% ha riferito di sentirsi solo e perso quando ha deciso di smettere di fumare, e di non sapere esattamente come farlo. E, infatti, il 52% semplicemente si arrangia, al 27% vengono prescritti i prodotti sostitutivi a base di nicotina e al 10% i farmaci, mentre il 7% riceve una qualche forma di supporto psicologico come colloqui motivazionali. Solo il 15% ha riferito di aver cercato e ricevuto supporto medico mentre il 64% non ha ricevuto alcuna assistenza professionale sanitaria.

I medici, in ogni caso, non sono infallibili. Molto spesso, nonostante i buoni propositi e l’aiuto che si riceve, non si riesce a smettere. Cosa lo impedisce? Spesso è una perdita di motivazione, la scarsa fiducia in se stessi, il timore di ricadute e di prendere peso.

Ma ci sono delle belle notizie. È ufficiale: i divieti funzionano. L’Istituto Superiore della Sanità lo conferma: i divieti hanno avuto un impatto significativo non solo sul consumo, ma anche più in generale culturale. I divieti imposti per legge negli ultimi anni hanno cambiato radicalmente la percezione del fumo in Italia. Sono pochissimi gli italiani che consentono di fumare  nell’abitacolo dell’auto in presenza di bambini e soltanto un italiano su 10 consente ai propri ospiti fumatori di accendersi una sigaretta in casa. Infatti, se nel 2006, infatti, il 43,1% degli intervistati dichiarava di consentire ai propri ospiti di fumare in casa, oggi solo il 12,4% lo consente.

Vuoi un aiuto concreto per smettere?

Vuoi smettere ma non sai come fare? Potresti rivolgerti al Telefono Verde contro il Fumo. Chiamando al 800 554 088 potrete ottenere tutte le informazioni che vi occorrono, sostegno e ricerche.

Questo servizio si sta dimostrando sempre più utile. Da quando il suo numero è stato inserito su tutti i pacchetti di sigarette, il servizio telefonico ha visto un incremento esponenziale del numero di chiamate. Da agosto 2016 (momento in cui i pacchetti di sigarette con le nuove avvertenze sono arrivati sul mercato) a dicembre dello stesso anno, sono giunte al telefono verde 5.041 chiamate, numero nettamente superiore rispetto alle 1.326 dello stesso periodo del 2015.

Pronti per chiudere definitivamente con il tabacco?

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