Circa il 90% della superficie della provincia del Pastaza, in Ecuador, stata dichiarata area protetta per salvaguardare le popolazioni indigene e la ricca biodiversità dell’area. Così come il resto dell’Amazzonia, anche questa zona è minacciata dalla deforestazione e dallo sviluppo incontrollato di infrastrutture. È proprio per questo l’Ecuador ha deciso di dichiarare l’intera regione, o quasi, area protetta.
La biodiversità del Pastaza, tesoro dell’Ecuador

Provincia del Pastaza. Flickr, ph. Martha Narvaez
La biodiversità è il vero tesoro di questa regione. Sono sette, infatti, le popolazioni che la abitano: Shuar, Achuar, Kichwa, Sapara, Andoa, Shiwiar e Waorani. Non solo. Questa provincia dell’Ecuador è ricca anche di una strabiliante varietà di specie animali e vegetali, come il giaguaro (Panthera onca), il tapiro sudamericano (Tapirus terrestris), l’aquila arpia (Harpia harpyja) e numerose specie di anfibi, rettili e invertebrati.
Ottenere questo riconoscimento non è stato facile. Ha richiesto oltre tre anni di lavoro e trattative tra i governi locali e le comunità indigene. Alla fine, però, il Consiglio provinciale di Pastaza ha ufficialmente istituito l’Area ecologica di sviluppo sostenibile del Pastaza nel centro della regione ecuadoriana. L’area protetta si estende per oltre 2,5 milioni di ettari e occupa circa il 90% della superficie della provincia omonima. Questo riconoscimento ha come obiettivo il conseguimento di uno sviluppo sostenibile del Pastaza. Ossia, l’area ecologica deve disciplinare l’uso delle risorse naturali, proteggendo la foresta e la sua biodiversità, e di conservare le risorse idriche.
“È ufficiale, l’esistenza dell’Area ecologica di sviluppo sostenibile del Pastaza è oggi una realtà – ha dichiarato Antonio Kubes, funzionario della provincia di Pastaza. – Si tratta di una zona di conservazione e sviluppo sostenibile, caratterizzata da una vasta area di foresta tropicale umida che non è ancora stata compromessa dalle attività umane”. Tutta questa ricchezza andava, quindi, preservata. Questa provincia dell’Ecuador, inoltre, possiede un altro aspetto fondamentale importanza. L’area ecologica del Pastaza è, infatti, collegata al parco nazionale Yasuni. Si viene a creare, quindi, un corridoio ecologico preziosissimo per la conservazione di molte specie.
Le comunità indigene

Popolazione indigena degli Shuar. Flickr, ph. branko_
Ma come fare per preservare questa ricchezza inestimabile? La risposta arriva dal programma di conservazione Nature and Culture International. Secondo Jaime Toro, il coordinatore di questo programma, saranno le popolazioni indigene stesse a prendersene cura. Non è un caso che l’area protetta appena istituita versi in uno stato di perfetta conservazione. Infatti è dovuto anche al prezioso contributo delle tribù indigene che la abitano. Questi popoli, che di quegli ecosistemi fanno effettivamente parte, rappresentano infatti i migliori custodi della biodiversità e costituiscono la barriera più efficace alla deforestazione.
Il presidente della provincia del Pastaza, Kubes, inoltre, sottolinea che “queste comunità, basate sulla vendita del legname e sulla caccia, stanno anche cercando di praticare attività maggiormente in armonia con lo sviluppo sostenibile dell’area”. Infatti, ha aggiunto Kubes che questa ordinanza cerca di “promuovere una pianificazione su uno sfruttamento sostenibile del territorio, soprattutto implementando l’imboschimento, dando alle famiglie un sostentamento alimentare”.
L’area protetta avrà, secondo Byron Swift, presidente di Nature and Culture International, una doppia funzione. Da un lato rappresenterà un’occasione di “sviluppo sostenibile per le persone, di cui potranno beneficiare le popolazioni locali, dall’altro aiuterà a conservare preziosi servizi ecosistemici globali e costituisce dunque un dono per il mondo”.