Biotecnologie: cosa sono?
Le biotecnologie rappresentano un metodo in più a disposizione dell’agricoltura. Come mai? Perché rendono possibile l’inserimento nelle piante di specifici geni, anche provenienti da specie assai diverse tra loro. La funzione delle biotecnologie è nota per trasmettere le informazioni nelle generazioni successive. Il miglioramento genetico, quindi, non è altro che un sistema per ottimizzare la selezione naturale e accrescere il rendimento e la resistenza alle malattie.
Le biotecnologie non sono un’invenzione prettamente legata ai nostri tempi, bensì hanno origine ed impiego da molti secoli per la fermentazione del vino e della birra o per la lievitazione.
Agricoltura biologica in Italia
In Italia è ormai legge il testo che riconosce la produzione agricola biologica come “attività di interesse nazionale con funzione sociale”. Il biologico viene normato e considerato come settore economico rilevante basato sulla sicurezza alimentare, sul benessere degli animali, sullo sviluppo rurale e sulla tutela dell’ambiente. Questa è la maggiore innovazione apportata dal testo sullo sviluppo e la competitività della produzione agricola ed agroalimentare con metodo biologico approvato da Camera e Senato.
Cosa cambia, però, nello specifico? Si parte dalla equiparazione del metodo di agricoltura biodinamica al metodo biologico. L’unico limite è che il metodo di agricoltura biodinamica rispetti tutti i requisiti previsti a livello europeo per produrre biologico. Verrà, poi, costituito un Tavolo tecnico per l’agricoltura biologica. Il suo scopo sarà anche di promuovere i prodotti biologici e organizzare un “Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica”.
Inoltre, nascerà un “Fondo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica”, con una riserva del 30% alla ricerca, alimentato dal 2% del fatturato dell’anno precedente relativo alla vendita di prodotti fitosanitari.
Anche nell’ambito della filiera biologica potranno essere costituiti “contratti di rete”. Viene prevista, infatti, la promozione di specifici percorsi formativi e di ricerca in campo biologico. Grande importanza sarà data alla promozione della formazione professionale nel settore. Nasceranno, inoltre, i cosiddetti “distretti biologici”. Si tratta di sistemi produttivi locali nei quali sia significativa la produzione con metodo biologico o con metodologie culturali locali. La legge, infine, prevede che gli agricoltori che producono varietà di sementi biologiche iscritte nel registro nazionale delle varietà da conservazione hanno diritto alla vendita diretta e possono procedere al libero scambio delle stesse.
Biotecnologie e agricoltura biologica
La green biotechnology o “biotecnologie agroalimentari” è il settore delle biotecnologie che si occupa dei processi agricoli. L’applicazione più conosciuta è sicuramente il mais Bt, una pianta di mais modificata geneticamente in modo da produrre una tossina batterica, tossica per gli insetti. In commercio esistono differenti varietà di coltivazioni in grado di resistere ad erbicidi o con maggiore resistenza alle malattie. Le applicazioni delle biotecnologie agroalimentari non si fermano alla semplice introduzione di proteine in un organismo vegetale. Infatti, esistono modifiche che intervengono su intere vie metaboliche, in modo da incentivare la produzione di metaboliti secondari.
Negli ultimi decenni sono state sviluppate delle vere e proprie produzioni di farmaci ricombinanti o vaccini in piante. Questi vaccini hanno lo scopo di purificare farmaci e, di conseguenza, ridurre i costi di produzione. L’utilizzo in campo delle biotecnologie agroalimentari deve essere correttamente contestualizzato alle esigenze della società e del mondo agricolo. Infatti, il loro utilizzo può essere importante per raggiungere incrementi di produttività, soprattutto nelle aree dove il clima è più avverso. E, allora, qual è l’obiettivo delle biotecnologie? Sicuramente quello della stabilizzazione delle produzioni. È, infatti, risaputo che attenuerebbe lo stress sulle scorte ed eviterebbe l’oscillazione dei prezzi. Questo obiettivo si rifletterebbe sulla qualità della vita delle popolazioni locali: ridurrebbe la possibilità che gli individui più vulnerabili passino dalla condizione di povertà alla condizione di fame o sottonutrizione.