Si tratta di economia circolare e sta per cambiare radicalmente la mobilità del Trentino Alto Adige. È il primo progetto in Italia a prevedere autobus cittadini alimentati dal biometano ricavato dai rifiuti umidi.
Questo ambizioso progetto è stato presentato lo scorso maggio e ha come obiettivo il trattamento del 100% dell’umido trentino per coprire il fabbisogno dei mezzi pubblici a metano. Questi autobus, attualmente 42, passeranno a 64. Si crea un vero e proprio ciclo virtuoso: meno combustibili fossili, meno emissioni, con enorme risparmio economico e in termini di emissioni nocive per l’ambiente.
Un progetto rivoluzionario
È questo il progetto presentato dall’amministrazione pubblica trentina, BioEnergia Trentino. Questa iniziativa straordinaria è stata possibile grazie ad un dato – purtroppo – straordinario: in regione la raccolta differenziata è saldamente all’80%.
Attraverso la lavorazione del rifiuto umido, BioEnergia Trentino produce, da una parte, un ammendante di qualità che viene utilizzato nell’intera Valle dell’Adige per la concimazione dei vigneti e dei meleti sostituendo i concimi chimici con un prodotto biologico. Dall’altra parte, grazie alla fermentazione del rifiuto umido si produce il biogas. Il biogas altro non è che una miscela di metano e altri gas, che consente di produrre energia elettrica rinnovabile e calore. Ad oggi BioEnergia tratta i 2/3 del rifiuto trentino, quasi 34.000 tonnellate all’anno e produce circa 8.500.000 di kwh elettrici. Il progetto sarà terminato entro il 2018 ma l’ampliamento dello stabilimento di Faedo è già in fase di conclusione.
“È il primo progetto in Italia che anticipa e valorizza le normative europee sull’utilizzo delle fonti rinnovabili per i trasporti, attivando un sistema di economica circolare a tutto vantaggio dell’ambiente e del territorio”, ha dichiarato l’assessore Mauro Gilmozzi illustrando il progetto.
Non solo. Gli autobus non solo daranno un servizio ai cittadini, utilizzando meno combustibili fossili e con meno emissioni. Questi autobus creeranno anche un ciclo virtuoso a km zero. Il biogas viene prodotto nell’impianto di Cadino e viene trasportato fino all’autorimessa di Trentino Trasporti di Gardolo, a solo 10 km dall’impianto di produzione.
I vantaggi del biometano
Secondo i dati oggi disponibili i veicoli alimentati a biometano producono le stesse emissioni di un veicolo elettrico, mentre si ha una riduzione dell’80-90 per cento rispetto ai combustibili tradizionali. Il Cic (Consorzio italiano compostatori), non ha dubbi a riguardo: “se tutta la frazione umida dei rifiuti urbani fosse riciclata negli impianti dedicati, oltre a 2 Mton/anno di fertilizzante organico si potrebbe generare un quantitativo di biometano pari a circa 300.000.000 kg/anno, più che sufficienti ad alimentare le flotte di mezzi destinati alla raccolta di tutti i rifiuti solidi urbani prodotti”.
“Il biogas fatto bene – sostengono gli esperti – prodotto nel rispetto della biodiversità e dell’uso dei suoli agricoli, può rivestire infatti un ruolo fondamentale nella strategia energetica nazionale e sul fronte della lotta al mutamento climatico. Inoltre, è una grande opportunità per rendere più sostenibile il consumo di energia domestica e industriale ma anche il sistema dei trasporti, per ridurre l’inquinamento atmosferico e migliorare la gestione dei rifiuti, senza contare lo sviluppo di occupazione che già in questi anni, malgrado il freno a mano tirato, ha portato alla creazione di 12 mila nuovi posti”.
Un ruolo strategico dunque, dalle potenzialità ancora inespresse. In Trentino, nel frattempo, si muovono i primi passi.