La mobilità sostenibile è un obiettivo per molti Paesi. L’obiettivo è quello di arrivare ad un trasporto, sia pubblico che privato, che rispetti l’ambiente e non produca emissioni nocive. Molte case automobilistiche hanno già messo in produzione modelli che abbattono i consumi di carburante, alcune stanno già producendo modelli completamente elettrici, ad emissioni zero. Anche le città e le amministrazioni, non solo locali, si stanno organizzando. Anche per loro l’0biettivo centrale è giungere ad una mobilità non inquinante. Anche nel settore del turismo si cerca di incoraggiare una mobilità sostenibile che non provochi emissioni nocive per la salute. Qual è, però, il rapporto degli italiani con la mobilità elettrica? Qual è il futuro di queste nuove auto?


L’Italia e le auto elettriche


Come abbiamo già sottolineato qui, il rapporto dell’Italia con queste auto non ci rende orgogliosi. I dati riguardanti il 2015 sono chiari. In Svizzera, nei Paesi Bassi e in Svezia già oltre il 3% delle auto è elettrica. L’Italia, invece, si ferma allo 0,1%, confermando che il nostro paese, in tema di mobilità elettrica, si muove in ritardo. Capitolo a parte per la Norvegia, dove addirittura è elettrica un auto su tre. Com’è possibile?  In Norvegia, oltre al bonus per l’acquisto elettrico, vengono fortemente tassati i veicoli inquinanti. Inoltre, i possessori di auto elettriche hanno una serie di agevolazioni come l’esenzione dai parcheggi fino ai pedaggi autostradali.

In Italia, invece, non esiste una politica di agevolazioni in grado di incentivare questa tendenza. Inoltre, nella pratica, oltre a non avere sussidi per l’acquisto,  un possessore di mezzo elettrico potrebbe utilizzarlo solo Milano, dove la rete di ricarica è capillare. Infatti, è la Lombardia la regione dove si comincia a sentir parlare di incentivi per la mobilità elettrica. La stato attuale delle cose non agevola e non promuove quello che, a tutti gli effetti, dovrebbe essere il futuro della nostra mobilità.


Il futuro della mobilità sostenibile


Quindi, cosa aspettarci nel futuro? John Hewood, professore di Ingegneria meccanica al MIT di Boston, e Don MacKenzie, insegnante di Ingegneria civile ed ambientale all’Università di Washington, hanno cercato una risposta. La loro ricerca scientifica, dal titolo “On the Road toward 2050”, ha come riferimento Nord America, Europa e Giappone. Questi Paesi, infatti, sono tra i responsabili del consumo di circa la metà del petrolio mondiale. La loro ricerca vuole dimostrare che una riduzione del 50% del consumo di carburante entro il 2050 è possibile.

Secondo questi studiosi, sono tre le strade da seguire per questo dimezzamento:

  • Migliorare le tecnologie esistenti. Il miglioramento delle prestazioni dei veicoli in grado di consumare meno carburante e la diffusione di biocarburanti potrebbe contribuire al dimezzamento delle emissioni entro il 2050.
  • Risparmiare carburante. Cambiare le proprie abitudini, imparare a fare a meno dell’automobile, adottare uno stile di guida più sostenibile, sono tutti modi per provare, nel proprio piccolo, a risparmiare carburante.
  • Trasformare il sistema di trasporto. Mezzi pubblici efficienti, alimentati in modo sostenibile, portano ad utilizzare le auto solo in minima parte. Una rete viaria che favorisca la mobilità collettiva su quella privata può portare ad una significativa riduzione dei consumi legati ai trasporti, soprattutto nel lungo periodo.

Come abbiamo visto, in Italia c’è ancora molto, moltissimo da fare. Il futuro è alle porte e ci sta solo aspettando.

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