Basta con l’acqua nelle bottigliette di plastica! Ha la forma di una piccola bolla sferica, morbida e trasparente, ma soprattutto è commestibile, economica e biodegradabile. Si chiama “Ooho!” ed è la bottiglia del futuro. Qual è il suo obiettivo? Rivoluzionare il trasporto e il consumo dei liquidi, con un occhio di riguardo all’ambiente. A inventarla, nel 2014, furono tre ingegneri spagnoli Rodrigo García González, Guillaume Couche e Pierre Paslier, che hanno appena lanciato una raccolta fondi per arrivare a metterla in commercio entro un anno.

L’acqua e il fattore ambientale

Quanto inquinamento produciamo bevendo acqua? L’inquinamento prodotto dalla plastica è una delle tematiche più serie e preoccupanti per il futuro dell’uomo. Un esempio su tutti è rappresentato dall’isola di plastica che galleggia nell’Oceano Pacifico. Si tratta del Pacific Trash Vortex ed è il caso esemplare di quest’emergenza. Questo immenso accumulo di plastica sta lentamente compromettendo gli ecosistemi marini e non solo. Molti sono gli accorgimenti attuati per cercare di porre fine a questo disastro. Pensate, ad esempio, la messa al bando dei sacchetti di plastica, ma tutto questo non basta,

Skipping Rocks Lab, un’azienda londinese, lo sa bene. E la tecnologia, anche in questo, può aiutare a risolvere dei problemi. Quindi, come fare per limitare il consumo della plastica? I 4 ingegneri hanno pensato di eliminare l’utilizzo delle bottiglie di plastica, sostituendole con delle bolle molto particolari.

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La bolla magica

Qual è il segreto di questa bolla magica? Una membrana di alghe marine che la rendono commestibile e biodegradabile. Il sapore sarebbe, invece, molto delicato, quasi impercettibile. Persone dissetate e zero impatto ambientale! L’idea sarebbe molto semplice. Le bolle, una volta morse, libererebbero il loro contenuto permettendo così di bere. Idea semplice, ma soprattutto economica. Infatti, il suo costo di produzione sarebbe decisamente più basso di quello delle bottiglie di plastica o di vetro. Oltre all’acqua, si potrebbero conservare le bibite gassate, gli alcolici e i prodotti cosmetici.

Il concentrato di acqua avvolto in una membrana di alghe ridurrebbe non solo l’inquinamento, ma anche gli sprechi legati alla gestione degli imballaggi. Stando a quanto emerge da una ricerca condotta dalla Ellen MacArtur Fondation, i cui risultati sono stati presentati all’ultimo World Economic Forum di Davos, ogni anno in mare finisce qualcosa come 8 milioni di tonnellate di plastica. Per dare una rappresentazione più tangibile del fenomeno, è come se ad ogni minuto di un singolo anno, un camion colmo di spazzatura riversasse il proprio contenuto in mare.

La Skipping Rocks Lab, grazie al crowdfounding, ha raccolto finanziamenti per 400.000 pound in poche settimane: una reale innovazione destinata a lasciare un segno importante. E continueranno a sostenere e sponsorizzare il loro progetto con una presenza costante a molti eventi inglesi come maratone o concerti. Il nemico da sconfiggere? Le tante, troppe bottigliette vendute. Per questo, l’intenzione degli ideatori delle perle d’acqua sarebbe quella di metterle in commercio entro il 2018.

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