Conflitti, disastri naturali, inquinamento, urbanizzazione e turismo selvaggio: ecco chi mette a rischio il nostro patrimonio. L’Unesco stesso si occupa di diffondere la lista del patrimonio mondiale in pericolo. Questa lista ha come scopo quello di informare la comunità internazionale sui rischi che determinati beni corrono. Questi pericoli possono essere accertati o solo potenziali. La lista è in costante aggiornamento e, purtroppo, il numero cresce costantemente. I siti a rischio secondo l’Unesco sono attualmente 55, davvero troppi. L’unica nota positiva: nessun sito italiano fa parte della lista. Scopriamo insieme alcuni di questi beni che ci auguriamo non andranno persi.

Parco Nazionale delle Everglades, Usa

Ninemile Pond - Everglades National Park, Florida

Ph. Andrea Moscato, Flickr.

Si tratta di un’area protetta statunitense, dello stato della Florida. Diventa patrimonio dell’umanità nel 1979, ma dal 1993 entra a far parte della lista dei siti Unesco a rischio. La ragione della sua presenza su questa lista è molto semplice: il grave e costante peggioramento del suo ecosistema acquatico. L’affluenza delle acque si è ridotta del 60% e l’inquinamento delle stesse ha causato pericolosi segnali di eutrofizzazione, perdita di habitat marino e un successivo calo delle specie marine. Le terribili conseguenze delle azioni sconsiderate dell’uomo.

Arg-e Bam, Iran

Arg-e Bam , Iran (Citadel of Bam, Unesco world heritage)

Ph. Frans Sellies, Flickr.

La Cittadella di Bam e il suo panorama sono state inserite contemporaneamente, nel 2003, nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO e nella lista del patrimonio mondiale in pericolo. Questa enorme cittadella sulla Via della seta fu costruita prima del 500 a.C. e rimase in uso fino al 1850. Non si conosce con certezza il motivo per il quale venne poi abbandonata. Fino al terremoto del 2003 era la più grande costruzione in mattoni al mondo. Infatti, il 26 dicembre 2003, la cittadella fu quasi completamente distrutta da un terremoto, insieme a molti resti di Bam e dintorni. Proprio per questo disastro naturale, il sito di Bam è stato inserito tra i beni UNESCO a rischio. La comunità internazionale si sta tuttora mobilitando per la ricostruzione e la salvaguardia del sito. Ci auguriamo ritorni agli antichi splendori.

Città storica di Zabid, Yemen

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Ph. Richard Mortel, Flickr.

L’archittettura e il piano urbanistico di questa città dello Yemen ne fanno un eccezionale sito archeologico e storico. Oltre ad essere stata la capitale dello Yemen dal XIII al XV secolo, la città ha avuto un ruolo importante nel mondo arabo e musulmano per molti secoli grazie anche alla sua università islamica. Purtroppo, però, il suo eccezionale patrimonio ha subito un serio deterioramento negli ultimi anni. Infatti, il 40% delle sue case originali sono state sostituite da edifici in cemento armato. A tutela del sito, l’Unesco sta collaborando con le autorità locali per sviluppare un piano di conservazione urbana e per adottare un approccio strategico per la conservazione di questo patrimonio dell’umanità.

Panorama culturale e resti archeologici della Valle di Bamiyan, Afghanistan

Bamiyan

Ph. hanming_huang, Flickr.

Anche in questo caso, questo paesaggio culturale è stato iscritto nella Lista del patrimonio mondiale in pericolo nel 2003 in contemporanea con la sua iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. La struttura si trova in uno stato fragile di conservazione visto che ha sofferto di abbandono, l’azione militare e le esplosioni di dinamite. Parti del sito sono inaccessibili a causa della presenza di mine antiuomo. L’Unesco, su richiesta del governo afgano, coordina tutti gli sforzi internazionali per salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale dell’Afghanistan, in particolare a Bamiyan. La mano sprezzante dell’uomo, di nuovo, sta mettendo a rischio un patrimonio da non perdere.

Parco Nazionale di Garamba, Congo

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Ph. Jerome Starkey, Flickr.

Dal 1994, tutti e cinque i siti del Patrimonio Mondiale della Repubblica Democratica del Congo sono stati iscritti nella Lista del patrimonio mondiale in pericolo. Ciò a causa degli effetti della guerra e dei conflitti civili nella regione dei Grandi Laghi. Nel 1999, una campagna di tutela internazionale è stata lanciata dall’UNESCO insieme a diverse ONG internazionali dedite alla conservazione e protezione degli habitat di specie in via di estinzione. Infatti, il parco è l’habitat di specie come il gorilla di montagna, il rinoceronte bianco settentrionale e l’okapi.

Ciò ha portato ad programma di emergenza da 3,5 milioni dollari per salvare i cinque siti, finanziati dalla Fondazione delle Nazioni Unite e il governo del Belgio. Nel 2004, i donatori internazionali si sono impegnati investendo ulteriori 50 milioni per aiutare la Repubblica Democratica del Congo. Speriamo bastino per ridare splendore a questi parchi patrimonio mondiale.

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