Nell’anno dei Borghi d’Italia, noi di Biotravel vi stiamo proponendo tutti i migliori borghi d’Italia. Di quali parleremo oggi? Di quelli in cui si mangia meglio! Si sa, l’Italia è famosa per la sua storia, per l’arte…e per il cibo. Questi borghi sembrano racchiudere tutto questo. Da nord a sud, sono tantissime le prelibatezze che troveremo sul nostro cammino. Pronti per questo viaggio golosissimo?
Navelli e lo zafferano

Flickr, ph. Noel Buckley
Minuscolo centro nella provincia de L’Aquila, Navelli è adagiato su una collina che domina l’omonima valle e fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia. Il suo carattere rurale resta ancora molto forte, conferendo a Navelli quell’atmosfera d’Italia autentica. Ha la tipica struttura medievale e possiede numerose bellezze architettoniche. Anche se quel che spicca in questo borgo di 500 anime è altro: lo zafferano! Parliamo dello Zafferano DOP dell’Aquila, l’oro rosso di Navelli, prodotto dal tardo medioevo nell’altipiano che circonda il borgo. Ogni anno ad agosto il borgo celebra questa bontà con una storica Sagra dei Ceci e dello Zafferano. Si mangia!
Neive e i vini

Flickr, ph. FriskaCiska
Un borgo in cui non solo si mangia bene, ma si beve bene! Il suo centro storico conserva tuttora un impianto medievale, fatto di stradine acciottolate che salgono verso la Torre dell’Orologio e di eleganti palazzi in cotto. È stato inserito nel club de I borghi più belli d’Italia e non si fatica a capire il perché. La vera ricchezza di questo piccolo borgo piemontese, però, è tutta nei suoi vigneti. Infatti, ci troviamo nelle Langhe, in uno dei distretti vinicoli più famosi del mondo, e più precisamente nella zona del Barbaresco, che tocca quattro centri: oltre a Neive e Barbaresco, anche Treiso e Alba, entrambe celebri pure per il tartufo bianco. Le colline neivesi producono il Barbera e il Dolcetto d’Alba entrami D.O.C e il Barbaresco e il Moscato d’Asti di denominazione di origine controllata e garantita (D.O.C.G.).
Cetara e le alici
Dalle Langhe, ci spostiamo in un altro meraviglioso e suggestivo territorio italiano: la Costiera Amalfinata. Ci troviamo a Cetara, un piccolo borgo di pescatori che, immune dal turismo di massa, conserva ancora la sua autenticità. Il suo legame con il mare emerge nettamente anche dal suo nome: Cetara significherebbe tonnara o, secondo una differente etimologia, cacciatori di tonni. Ed è proprio dal mare che viene il loro prodotto tipico, le alici, da quali ricavano una salsa piuttosto salata, molto apprezzata come condimento per la pasta. Si tratta della colatura di alici di Cetara ed è da provare.
Altamura e il pane D.O.P

Flickr, ph. Alessandro Rizzo
Chi non mangia pane? Ecco, questo non è un pane qualunque, quello di Altamura è il pane. Ci troviamo nell’alta Murgia, in provincia di Bari, in una città fondata dai saraceni. Più di 12.000 ettari del suo territorio sono inclusi nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia. La città di Altamura ha molte peculiarità che la rendono conosciuta e meta di visitatori. È nota soprattutto per il suo patrimonio archeologico e per le bellezze architettoniche del suo centro storico, ma soprattutto per il suo pane. nel 2005 ha ottenuto la denominazione di origine controllata, il primo prodotto della categoria panetteria e prodotti da forno in Europa a fregiarsi del marchio di denominazione di origine protetta (D.O.P.). Il famoso pane di Altamura viene prodotto esclusivamente in questa zona con farine provenienti dalle aree limitrofe alla città, così ogni forma può fregiarsi del sigillo di garanzia del consorzio di tutela.
Brisighella e l’olio di oliva

Flickr, ph. romano.mannini
Potevamo parlare dei borghi in cui si mangia meglio senza parlare di olio di oliva? Brisighella, uno dei borghi più belli d’Italia, è celebre per il suo olio extravergine d’oliva. Il borgo risale al ‘200 e sorge su tre colli che in primavera si coprono di fiori. Icona del borgo, la torre detta dell’Orologio, corona uno dei colli. In questa zona la coltivazione dell’ulivo risale a tempi antichissimi, si sono infatti trovate tracce della sua produzione fin dai tempi dei Romani. Si tratta dell’olio Brisighella, olio di oliva a Denominazione di origine protetta. Un prodotto speciale, descritto come piacevolmente amarognolo e leggermente piccante.