L’Italia non è certamente tra i Paesi più sensibili alle tematiche ambientali, ma forse il vento sta cambiando. 7.978 comuni italiani, infatti, scommettono sulle fonti rinnovabili. Nel 2016, anche se con ritmi molto inferiori rispetto al passato, sono stati installati 396 MW di fotovoltaico, 282 MW di eolico, 140 di geotermico, 513 di bioenergie e 346 di mini idroelettrico. In poche parole, c’è da essere ottimisti.
Rapporto di Legambiente
Sono 7.978 i comuni del solare, 904 i centri dell’eolico, 1.489 quelli del mini idroelettrico, 590 quelli della geotermia, i 4.114 i comuni della bioenergia. È quanto emerge dal Rapporto Comuni Rinnovabili 2017 di Legambiente, realizzato con il contributo di Enel Green Power e in collaborazione con Gse. Un dossier che racconta il cambiamento in atto sul territorio. Su 7.978 centri, 3.021 producono più energia elettrica di quanta ne venga consumata, grazie a una o più fonti rinnovabili.
Le fonti rinnovabili hanno contributo a soddisfare il 34,3% dei consumi elettrici complessivi. Un dato in diminuzione per il secondo anno dopo 10 anni di crescita che nel 2006 era del 15%. Ciò si è verificato per via del calo avvenuto nella produzione idroelettrica. Infatti, questa ha subito un calo del -8,9% rispetto al 2014, quando si era toccato un picco a causa di un inverno particolarmente piovoso. Ciò dimostra quanto siano rilevanti i cambiamenti climatici anche nella partita della produzione elettrica. È, però, significativo – e positivo – che in dieci anni la produzione da energie pulite sia passata da 51,9 a 106 TWh.
Comuni 100% Rinnovabili
Ma quanti sono, invece, i comuni totalmente autosufficienti? Sono ben 40, comuni dove le energie pulite soddisfano tutti i consumi elettrici e termici. Ciò ha anche comportato una forte riduzione dei costi delle bollette per cittadini e imprese. Questi 40 centri sono collocati, purtroppo, esclusivamente nel centro-nord. Il Trentino Alto Adige domina la lista: qui infatti si trovano 28 dei 40 paesi rinnovabili. Cinque sono in Toscana, tre in Lombardia, due in Valle d’Aosta, uno in Friuli Venezia Giulia e uno in Veneto.
Interessante, poi, è la crescita del solare, avvenuta anche senza incentivi. Infatti, negli ultimi due anni sono stati realizzati 180mila impianti solari fotovoltaici, pari al 25% di tutti quelli installati in Italia – per un totale di 1.310 MW installati. Questi risultati hanno già determinato vantaggi significati. Si è ridotta la produzione da impianti termoelettrici, tra i più inquinanti, e sono diminuite le importazioni dall’estero di fonti fossili. In dieci anni è stato registrato un calo del petrolio del 30%. Gas e carbone, invece, sono scesi rispettivamente del 20% e del 25%. Si sono, inoltre, ridotte le emissioni di CO2 con vantaggi per il clima del Pianeta, ma anche economici. Infatti, osserviamo una forte riduzione del costo dell’energia nel mercato elettrico. Tutto ciò è avvenuto grazie alla produzione di solare e eolico che permette di tagliare fuori l’offerta delle centrali più costose.
Tutte queste cifre e tutti questi dati dimostrano come l’Italia si stia muovendo nella direzione giusta. Infatti, il nostre rimane comunque dei paesi di punta nel mondo come installazioni di fonti rinnovabili.